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30/05/12

La figuraccia di Groupalia. Ovvero "guarda come ti scempio l'azienda in 140 caratteri".



"Paura del #terremoto? Molliamo tutto e scappiamo a Santo Domingo!"Sì, è proprio questo il tweet che ieri Groupalia ha lanciato nella rete, raccogliendo immediatamente dopo tantissime critiche piuttosto affilate, e guadagnandosi tristemente una posizione in Trend Topic.

Il social media manager dell'azienda, Andrea Gualtieri, ha dichiarato che "Si è trattato di un gesto irresponsabile dettato principalmente da superficialità e inesperienza”. Come giustamente fa notare Futura Pagano nel suo Futurap, un'affermazione del genere equivale a dichiarare che il "lavoro sporco" lo sta facendo un inesperto, magari un tirocinante, probabilmente un pischello, sicuramente qualcuno a cui il sig. Gualtieri NON controlla il lavoro svolto. 

E trattandosi di una persona ancora inesperta, ciò che fa doveva essere controllato. Soprattutto dal momento in cui questa persona comunica con la community dell'azienda, ovvero, nel caso di Groupalia, diverse migliaia di persone. Ora, sappiamo tutti (chi non lo sa, sappia che è così) che il lavoro in azienda a volte richiede non solo una buona dose di abilità nelle proprie mansioni e grandi doti di problemi solving, ma l'ubiquità. Questo però non è un motivo per sottostimare, come dice la stessa Pagano (sì, a noi piace rilinkare i blog fighi in giro per la rete, abbiamo stima dell'underground informativo e informante), il lavoro di un addetto ai lavori, perdonate il gioco di parole, con la noncuranza di chi si disinteressa del campo su cui invece dovrebbe puntare di più, ovvero la comunicazione online.

Un tweet del genere è una zappata fortissima sui piedi, clienti persi, reputazione che scende, buzz negativo. Certo, la gente non smetterà di servirsi da Groupalia, ma sicuramente ne pagheranno le conseguenze. Insomma, questo episodio è l'ennesima conferma che "pensare (e controllare) prima di parlare" è una regola che in rete, dove tutti possono leggere e dire la propria, vale senza dubbio più che mai. 

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